Oggi, per il #maggiodeilibri, dovremmo parlare di #anniversari #scrittori. Ma, confesso, non ho molta voglia di rifilarvi l’ennesima storia sulla Austen o su Baudelaire o spiegarvi che Tolkien e la Yocenaur io ancora non li ho letti nonostante sia un anno che stazionino in casa. Non sono ispirata, sarebbe stupido farvi leggere un post scritto per forza giusto? Per cui prendiamo l’argomento da un altro punto di vista e, se avrete la pazienza di seguirmi, alla fine ne potremo anche discutere dove vorrete.
Non chiederci la formula che mondi possa aprirti […] solo una cosa sappiamo ciò che non siamo e ciò che non vogliamo.
Stessa cosa avvenne per Puskin e la sua “La figlia del capitano” letta da ragazzina perché era un volume che sembrava da grandi: rilegato in cartonato con una copertura in tela e i bordi in fintissima “vera pelle” con i caratteri dorati sul dorso! Ricordo di averlo scoperto in libreria che era “il grande Puskin” colui che ha ispirato una intera classe di scrittori! Ero lì davanti a quello scaffale, credo che fossero i classici Mondadori e mi sono girata quasi per dire a chi mi stava vicino: “Guarda! Io questo l’ho letto! Se trascuri i nomi impronunciabili che ti fanno incartare la lingua anche quando lo leggi in silenzio, è davvero un bel libro! E si legge bene! Non è noioso come i classici che si leggono a scuola!!”. Ecco, io mi sono girata. Ma non c’era nessuno. Ma non perché fossi sola, ma perché quello scaffale con “CLASSICI” scritto sopra non aveva quell’appeal e nemmeno la forma estetica di un qualsiasi libercolo marcato come “Il best seller che è stato tradotto anche in marziano!” “Il libro che il tuo vicino non vorrebbe che leggessi!” e via dicendo.
Ma c’è di più! Con gli anni mi capitò di leggere di tutto, ma un giorno, credo fosse per un salotto letterario, fu scelto “Lo spazio narrante” di Ginevra Bompiani. Lì si parlava di Jane Austen, Emily Bronte e Sylvia Plath. Lì Jane guadagnò un’altro punto quando ad un certo punto la Bompiani invitava a guardare l’intera opera della Austen e, sintetizzo, faceva notare che lo “spazio narrante” della Austen si esauriva al matrimonio… In sostanza dallo studio dei vari testi Jane un po’ ci stava avvertendo: “Donne divertitevi ora che poi con il matrimonio finisce tutto, anche voi!”. Ecco, anche questo messaggio mi è piaciuto tanto, ma non per quello che potreste pensare! Non sono una fanatica della vita da single o nemica dei contratti a “Finché morte non ci separi”. Quello che mi piace di questo messaggio è, che visto ai giorni nostri, con tutte le cose che abbiamo ottenuto e quelle che dobbiamo ancora ottenere questo messaggio è ancora valido.
Donne, ricordate che la vita è una sola, che va vissuta appieno e coscientemente. Basta fare le damine, basta sollazzare l’altrui ego per essere scelte. Il vostro lui vi deve apprezzare per quello che siete, per l’intelligenza che ci mettete ad esserlo e per il vostro io e non per quanto le vostre poppe sfidino ora la forza di gravità. E il vostro uomo deve essere scelto con il medesimo giudizio, perché è inutile dire “tanto c’è il divorzio”! Il divorzio è una pratica inutile che ti scava dentro, così come un lavoro che non ti soddisfa e in cui tu non riesci a trovare soddisfazione e a dargli un aspetto nuovo. C’è un tempo per essere giovani, ma anche adulte – e velo dico il vostro cervello non registrerà altra data anagrafica dopo i 30-35 anni – c’è un tempo, per chi è fortunata anche di diventare mamma o come me zia. C’è un tempo in cui si impara a chiudere le conversazioni con tua madre al telefono con “ti voglio bene” e in tempo per piangere chi non c’è più. Ma donne, coltivate la vostra anima, riempitela di contenuti e di emozioni; non è importante che lui vi apra la portiera ma lo è quando vi ascolta. Imparate a parlare di voi e con voi con competenza, imparate a stare sole e ad apprezzare quei silenzi che vi renderanno più forti. E questo non succerà se rimarrete delle damine. Siete voi che dovete essere delle Lizzie (ma lasciate perdere i pettegolezzi!) e delle Jo. Siete voi che dovete imparare ciò che non siete e ciò che non volete.
Non sono una di quelle che fa la giornata di lutto o che si ricorda gli anniversari… ogni tanto mi dimentico dei compleanni dei miei cari o mi sfugge il giorno della morte di mio padre, quindi sono la persona meno indicata per dirvi di “ricordare” ma ogni volta che mi viene nominato un autore che mi ha lasciato insegnamenti come questi io ricordo ogni volta torno a quello che ho imparato, che mi sembra il miglior modo per non dimenticare!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
ALT NON E? ANCORA FINITA!
La lista dei prossimi contributi delle blogger che partecipano all’iniziativa del #Maggiodeilibri:
- Giovedì 4 mattina Paola Sabatini My Day Worth
- Giovedì 4 pomeriggio Angela Cannucciari Canale Angela Cannucciari
- Venerdì 5 mattina Marianna di Felice Sulle ali della fantasia
- Venerdì 5 pomeriggio Daniela Mionetto Appunti di una lettrice
- Sabato 6 mattina Natascia Mameli LettureSconclusionate
- Sabato 6 pomeriggio Barbara Porretta Librinvaligia
- Domenica 7 mattina Giada Canale Dada Who?